martedì 23 aprile 2024

Amori estivi


Persone perdute in giornate infuocate

per sempre andate

e dimenticate

Mica vero quello che si dice in certe giornate estive, quando si promette che ci si ritroverà e ci si scriverà. Come testimone sono poco credibile e gli amori estivi li ho solo immaginati, sono rimasto più sul piano dell’amicizia superficiale ampliata dalla sensazione della sua provvisorietà. Quello che frega è l’idea che debba finire, ipotesi da esorcizzare. Qualcuno, degli amori estivi, ne ha fatto una scienza che mi è sconosciuta, magari invidiata ma mai esplorata. Se una cosa ho capito, dopo decenni, è che la timidezza non paga e per ciò che interessa o si vuole raggiungere occorre chiedere, non solo in estate. Dopo tutto sarà più evidente, anche la possibile inconsistenza dell’interesse. Ho capito quanto sia stupido guardare la lontano qualcuno per intere settimane e poi, due giorni prima di ripartire, scambiare le prima parole. Esattamente come trovarsi su un’isola con un mare fantastico e, solo alla fine, mettere la testa sott’acqua e vedere la bellezza del mondo sommerso. Questo ho visto ed ho vissuto, non posso ricavarne alcuna regola di vita, non posso trasmettere ad altri quello che neppure io so spiegarmi. La vita semplicemente è. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

                           (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

lunedì 22 aprile 2024

Dicono che

Dicono che ti addormentasti una domenica mattina mentre fuori iniziava una bellissima giornata di primavera e che un vento insolito e leggero muoveva appena le foglie nuove spuntate agli alberi. Dicono anche che scegliesti un bel giorno per farlo, bello per chi restava, consolatorio a suo modo, per far capire che nulla finiva veramente e che la vita malgrado ogni apparenza continuava. Dicono ancora tante cose ma sempre di meno ad essere sincero perché col tempo sono diminuiti quelli in grado di ricordare e poi di raccontare. E dicono di te e di cosa avvenne quella prima volta, di quel viaggio, di quella birra e di quelle promesse. Dicono che sul ponte gobbo ci andasti molto prima di sapere delle leggende che lo riguardavano, e poi aggiungono di un Felino che si affetta, di una corsa in auto in grado di anticipare un parto, di una famiglia e di tante case cambiate nel tempo. Io non mi stanco di ascoltare ciò che dicono quelle voci, e quello che non sento bene lo invento, lo faccio essere vero come non lo è stato mai. Sempre meno persone mi potranno smentire, e in fondo non interesserà a nessuno, solo a me. Dicono che non è una cosa eccezionale, che solitamente è così che avviene, che va bene, che non ci si può opporre anche se verrebbe il desiderio di farlo. La spada di burro si scioglie e non è in grado di affrontare i mostri, è questa la verità, e anche l’angelo della giustizia si ritira nel buio dal quale lo si evoca. Ciao Viz, mi manchi, ed io ormai ricordo e un po' invento. È uno dei modi.

                                                                                                            Silvano C.©

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domenica 21 aprile 2024

Mente in ferie

Vestiti pochi e comodi, perché il clima è piacevole e non ci sono impegni mondani o formali da rispettare.

Libertà di perdere tempo facendo nulla, camminare con scarponi in un bosco o a piedi scalzi sulla spiaggia.

Leggere se si desidera farlo, ma senza fretta, con lentezza, addormentandosi magari col libro aperto e perdere pure il segno.

Preoccuparsi solo di cosa mangiare a cena, o magari di dove andare a cenare, per evitare pure la fatica di cucinare e poi di mettere in ordine.

Soddisfare ogni singolo desiderio prima che si manifesti a livello di coscienza, anticiparlo per rimuoverlo. Nuotare? Si può fare. Sesso? Ovviamente fa parte del pacchetto. Dormire? Quando serve, e con un sonno riposante.

E sull’amore cosa si deve pensare, quando la mente è in ferie? Nulla, non bisogna pensare a nulla, se c’è l’amore la mente può fare ciò che vuole, anche rilassarsi. Ciao Viz, mi manchi.

                                                                                                            Silvano C.©

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sabato 20 aprile 2024

Alti e bassi

Da vette di cieco ottimismo ad abissi nei quali non si vede speranza, e poi viceversa. E momenti neutri, senza picchi acuti né altro per distinguere una giornata dalla successiva, senza monotonia perché la ripetitività è una qualità soggettiva. La noia non è di casa quando si è in grado di creare problemi dal nulla, inventare difficoltà o immaginare tutto quello che potrebbe andare storto. Le persone vanno, a volte arrivano, e per capire quando una delle due situazioni prevale sull’altra è bene sapere il periodo che si vive, o magari non è neppure necessario, quando si vive e si scopre il futuro le persone arrivano. Si tratta di algebra umana, con simboli e variabili, con relazioni e un pizzico di probabilità. In rari momenti ho dominato il mondo e nulla sembrava impossibile. Mi sono permesso di deridere qualcuno, che talvolta lo meritava ma mi sono anche sbagliato nel giudizio, e sicuramente sono stato trattato allo stesso modo, giustamente. Il fatto è che continuo a fare calcoli, a tentare di capire cosa dovrei fare, butto giù parole perché mi aiutano a pensare. Immagino di essere un falso medium e fingo di non sapere che le carte in realtà le muovo io, che mi domando e mi rispondo da solo, non sempre azzeccando il giusto. Ad ogni risposta, dicono, molte domande stanno davanti alla porta. Ciao Viz, mi manchi.

                                                                                                            Silvano C.©

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venerdì 19 aprile 2024

Prima di tutto, calma

Inutile lamentarsi per quello che si possiede, è la cosa più idiota che si possa immaginare. Sono le assenze che contano, ciò che si è perduto, prima di tutto le persone e poi gli oggetti, anche gli oggetti certo, cose grandi e piccole, di grande valore o senza nulla di venale, tutto conta quando non c’è più. Esistono cure per fortuna, più di una. La prima è non lamentarsi con nessuno, si rischia di rompere qualcosa. Poi è necessario non piangersi addosso. Continuando sulle cure è preferibile andare avanti, fare altro, distrarsi. Le persone si trattengono in mille modi diversi. Le cose materiali che si fottano. E le cose che si possiedono e che diventano un problema? Ecco, la cosa migliore è rendersi conto che si possiedono, e questo significa che è molto meglio che non possederle. Ciao Viz, dire che mi manchi ormai serve a poco.

                                                                                                            Silvano C.©

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lamento

Arrivano sempre momenti nei quali è necessario fare alcune scelte. Trascorro tempi lunghi nei quali teorizzo che la cosa migliore è non far nulla, tanto quello che deve succedere succederà. Non manco poi di tanto in tanto di richiamare qualcuno alla necessità di decidere, contraddicendomi. E così sono arrivato a giorni nei quali mi rendo conto che, non decidendo nulla, lascerei qualcun altro a dover fare cose che sarebbe più giusto risolvessi io. Quella casa a Ferrara è stato un sogno, e ancora adesso lo è. Avrebbe dovuto essere un luogo dove ritirarci, di tanto in tanto, per poi andare in giro attorno a visitare luoghi che non sono vicini al Trentino, a ritrovare persone. Ci ho fatto quasi una malattia cercando un punto di riferimento a Ferrara, un posto mio, per legarmi alla città dove sono nato. Ho quasi odiato, e molto litigato. E ho pensato anche a nostro figlio, ho pensato a una sorta di assicurazione per il suo futuro, da usare in caso di necessità. E invece non ci dormo più da tempo su questa cosa. Ho pensato a come sistemarla, ci ho lavorato, non è perfetta ma va bene. Il terremoto l’ha resa inagibile per tanto tempo, tu ti sei ammalata e te ne sei andata prima che fosse finita anche se hai fatto in tempo a dire la tua su alcune scelte dandomi consigli giusti, io ci sono tornato con lui, ora è sistemata meglio di prima, ma lui non ci si sente bene, non ha bei ricordi legati a quelle mura, non gli interessa. Io ci torno a volte quasi per dovere, senza di te. Pure i legami che mi interessavano col tempo si sono appassiti, sono cambiati, o semplicemente sono io che col tempo sono cambiato. In fondo sto meglio qui, dove tu non sei, nel posto dove abbiamo vissuto più a lungo. A Ferrara sei sempre venuta solo per farmi un piacere, non perché ti attirasse particolarmente. Non ho ancora capito se ogni cosa è arrivata alla sua conclusione, se serve solo un ripensamento, non vorrei essere costretto a fare scelte dettate dalla fretta o dalla necessità, meglio anticipare forse, eliminando illusioni ma lasciando un ricordo serio e bello, quello vorrei che restasse, e non solo per me. Ma non era meglio se tu non te ne andavi prima del previsto? Ciao, Viz.

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martedì 16 aprile 2024

Energia

Un fulmine, una scarica elettrica che dal cielo arriva sulla terra, ha il potere di interrompere la normale trasmissione di energia elettrica che arriva lungo i cavi alle nostre abitazioni. È una delle cause meno gravi, purtroppo ce ne sono di peggiori. Si tratta sempre di vedere nella scala dei valori cosa conta di più, anche se un certo effetto finale è identico. Per molto tempo ho pensato di avere energia quasi da vendere, fretta di usarla; qualcuno mi ha chiesto a volte di stare fermo perché procuravo un po' di ansia nel mio agitarmi continuo. Comunque sia in alcuni casi energia sprecata, in altri repressa. È nell’ordine delle cose, le differenze individuali esistono ma probabilmente non sono tanto determinanti se poi in qualche modo ci si adatta ai tempi degli altri, si arriva ad un compromesso. Io cedo un po' di questo a te, tu in cambio mi dai un po' di quello. Se poi ti ricordi quella enorme scarica elettrica al Deutsches Museum di Monaco a me basta, ho ben poco di importante da aggiungere. Ciao,Vi.

                                                                                                            Silvano C.©

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Una telefonata

La prima e più importante amica, che crede fermamente nell’amicizia, che ha convinto uno scettico e incostante come me, più di un’amica, che divenne anche tua amica. Ci consolammo quando il mondo sembrava fatto al contrario. Sapeva e sa come curare i rapporti umani, non ha paura di giudicare e neppure di raccontare bugie se serve farlo. Ieri le ho telefonato, lo faccio in modo metodico anche se non tutti i giorni. Non sta bene da troppo tempo, le cure servono ma non abbastanza, la cosa non mi piace. Non so cosa aggiungere, vorrei solo cose belle, è meglio. E allora metto alla rinfusa poche cose: Tremosine e le bolle di sapone, Flatlandia e Capitignano, Riva del Garda e Rimini, la poltrona di emergenza di Le Corbusier e Certezze… e poi basta, Viz. Non è giusto, solo questo.

                                                                                                            Silvano C.©

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lunedì 15 aprile 2024

Come un albero

Sembra ci sia una pratica che consiste, in alcuni territori, nell’abbattere il tronco ad alberi di ulivo secolari lasciandone solo pochi rami alla base e senza toccarne le radici. La spiegazione ed il motivo sembra stiano nella constatazione che la pianta così mutilata, avendo mantenuto tutta la forza delle sue radici, inizi a produrre molti più frutti di prima, e magari anche più facili da raccogliere. Se ci penso la cosa mi fa semplicemente orrore. So che non devo guadagnare producendo olio di oliva, so di non essere un agricoltore, so che non ho titolo per dire cose sensate nel campo specifico eppure provo fastidio al pensiero che qualcuno possa praticare questa modalità di coltivazione, distruggendo lo stesso paesaggio dove si trovano gli ulivi, facendo sparire la storia rappresentata da quei tronchi. Sono un inguaribile reazionario e conservatore in questo e in altre faccende, temo la perdita del passato, vorrei che tutto restasse fermo al presente e che i mutamenti si inserissero senza distruggere. E probabilmente sbaglio. In natura gli strati geologici si sovrappongono, i coralli crescono soffocando gli individui più vecchi, ogni passo avanti si fonda in tutto o in parte nel dimenticare i passi precedenti, dandoli per scontati, reinventandoli. Tu ed io non siamo mai stati diversi, né lo saremo. Il nostro tempo assieme è durato un attimo. Il mio tempo da solo durerà non so quanto, ma certamente pochissimo rispetto agli anni vissuti. Io ricordo e sarò un po' ricordato, per pochi anni, poi anche il ricordo si dissolverà, altro che alberi centenari. Ciao, Viz.

                                                                                                            Silvano C.©

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