giovedì 25 maggio 2017

Quella piantina che non ti piaceva




Sono anni che da quell’unica talea rubata quando ancora lavoravo io ero soddisfatto nel vedere la nuova piantina crescere ogni giorno, adattarsi al suo posto e produrre sempre più foglie lucide, carnose, e mai un fiore. Perfetta per il posto dove stava.

A te, non ne ho mai capito il motivo, non era mai piaciuta ma la sopportavi senza mancare tuttavia di dirmelo ogni volta che si capitava sull’argomento.

Te ne sei andata da poco più di cinque mesi (io ancora non lo accetto ma mi sto abituando alla tua assenza, non ho alternative possibili) e la piantina, che nel tempo ero riuscito a diffondere in tre piccoli vasi, sta morendo, o è morta definitivamente.

Era destino, credo, o la tua volontà che si è presa una piccolissima rivincita, facendomi agire come non avrei dovuto, come un burattino, come accennavo ieri. Da un paio di giorni passo presso alcuni vivaisti e fioristi, e nessuno la conosce. Ho fatto le foto alle ultime foglie prime di perdere pure loro, ed una commessa mi ha spiegato che forse ha capito che pianta è, e che probabilmente sua madre ne ha ancora una, ma è raro ormai trovarla. Non è un’essenza facilmente reperibile in vendita.

Ed ora ho capito che è giusto così. Io un giorno, soprappensiero, ho usato il concime direttamente senza diluirlo, e ne ho bruciato le radici ed il piccolo fusto sotterraneo. Ma mi sto abituando a non vederla più, anche le piante forse hanno il loro tempo perfetto, la loro stagione.

A mia madre ho sempre associato l’aspidistra, che lei sapeva far brillare come una cosa preziosa, e pure l’aspidistra ormai è divenuta una pianta poco comune.

Ogni cosa passa, ogni cosa. Ma queste sono stupidaggini, e va bene così. Il guaio è che mi manchi tu. Dovrei lasciarti andare? Non voglio. Devo accettare i tuoi piccoli dispetti? Se fosse vero ne sarei felice. Non dico altro. Pure questo mio blog perde, poco a poco, la sua spinta. Tu mi ispiravi con la tua sola presenza. Io avevo la mente libera, spaziavo, mi interessavo, ero curioso, avevo tempo anche da perdere.

Ora ho progetti pratici da realizzare, la mia mente è presa da quelli, mi auguro di ritrovarti ancora alla fine di un percorso difficile e doloroso, e spero di ritrovarti in modo più sereno, con o senza piantine che non ti piacevano. E continui a mancarmi, ma questo lo sai, Viz.



                                                                        Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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