sabato 23 settembre 2017

paura di volare




Ho paura di volare, non ho mai volato su un aereo o un elicottero o una mongolfiera. Sono stato su funivie e cabinovie e seggiovie, ma non mi sono mai distaccato completamente dal suolo. Il motivo vero non lo so.
In fondo non mi dispiacerebbe volare sulle miserie umane, distaccarmene, vederle da lontano e percepirle per quello che devono apparire a chi è più saggio o possiede una visione d’insieme più ampia.

Poi penso a chi non si è mai allontanato dalla città nella quale è nato, e quindi non ha vissuto in un altrove conoscendo altri mondi, più o meno familiari. E allora verifico che alcuni, malgrado questo, hanno la mente aperta, sanno capire il diverso, o intuire almeno che non è il nemico, mentre altri restano piccoli piccoli, racchiusi tra le loro mura mentali e materiali.
Quindi forse, se non sono stupido del tutto, posso ovviare in altro modo alla mancata esperienza del volo. Del resto non ho bisogno di provarlo personalmente per sapere che se vado a sbattere contro una parete di roccia in auto a 100 all’ora ci resto spiaccicato. Non devo fare tutte le esperienze del mondo per capire almeno quanto mi serve a livello elementare e pratico.
Ammetto che volare quindi mi fa paura ma che sarebbe una bella esperienza. Uno dei problemi che sorgerebbe è che per forza di cose sarebbe limitata, temporanea, ed io non vorrei esperienze precarie, momentanee, una tantum. Cerco una stabilità, anche se non una certezza impossibile.
Con altre parole io, una volta che mi alzassi da terra e provassi emozioni nuove e capissi l’imprevedibile, poi dovrei in ogni caso scendere, e ritrovarmi nella condizione precedente, solo con un altro ricordo in più. Sarei ancora del tutto sovrastato dalla miseria umana, da quella esterna a me e da quella che conservo nascosta dentro ed ogni tanto emerge con desideri incoffessabili, con paure irrazionali, con immancabili sensi di colpa e con mille altri mostri tenuti a bada con fatica e non sempre con successo.
Come si può vivere la bellezza e poi rinunciarvi a cuor leggero? Salire e poi precipitare in basso? Avere e poi non avere più?
La parte che odio della vita è esattamente questa, la perdita. So che è naturale, ho perso tante cose, che sarebbero nulla, ma ho perduto anche persone vicine. Tu Viz ne sai qualche cosa. Tu, che per alcuni sei volata in cielo, e quindi hai volato, capisci cosa intendo. E non solo tu, ovviamente.
Del resto non posso lamentarmi di una condizione umana e comune, non più di tutti gli altri almeno, devo solo farmene una ragione ed accettarla.
Se poi aggiungo significati fittizi e metaforici del volo solo per trovar scuse alla mia paura non lo so. È che a volte la mia mente (quella sì) vola, come un biplano, lento sopra la valle e con un gran rumore prodotto dal suo grosso motore. Oggi ne ho visto uno di biplani, a proposito, che volava verso Trento, verso l’aeroporto Caproni, per la manifestazione Festivolare. Ed un po’ ho invidiato quel pilota senza le mie paure.


                                                                        Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti offensivi o spam saranno cancellati. Grazie della comprensione.

Post più popolari di sempre

Post più popolari nell'ultimo anno

Post più popolari nell'ultimo mese

Post più popolari nell'ultima settimana