domenica 19 novembre 2017

il tempo giusto




Prologo – una domanda difficile da formulare
-         Buongiorno, scusi, io non so a chi devo rivolgermi, mi può aiutare? –
Gloria, durante il suo primo giorno di lavoro come incaricata dalla Cooperativa Interinale Spes si ritrova davanti l’uomo avanti con gli anni, tra i settanta e gli ottanta, vestito secondo la moda di vari lustri fa.
-         Mi dica, e se posso… devo avvisarla però che sono qui da pochissimo, quindi non so se potrò risponderle. –  
Gli sorride dimostrando cortesia, e lui continua.
-         Io certamente ne so meno di lei, qui non ero mai entrato – fa l’uomo con molta calma – mi chiedevo se posso incontrare un esperto di tempo e della sua ripartizione. –
-         Un esperto di tempo? –
-         Esatto! Voi avete esperti di misura e conservate vari campioni nei vostri magazzini blindati, da quello che ho letto. –
-        --  Questa è la sede dell’Agenzia Internazionale… -
-         Lo so dove sono – sorride a sua volta - chiedevo solo se posso incontrare un vostro esperto di tempo. -
-         Mi perdoni, ma lei mi può spiegare cosa desidera esattamente e chi è o chi rappresenta? Il mio compito è indirizzare i visitatori nei vari uffici e vorrei aiutarla, ma prima devo annunciare chi chiede di essere ricevuto e l’oggetto della visita… -

Atto primo – il tempo perso
-        Mi scusi se la ricevo qui, ma mi trova nel bel mezzo di una piccola catastrofe che tocca a me affrontare. Sono abituato alle difficoltà, ma questa è di un tipo nuovo. Le posso dedicare pochissimo tempo, mi spiace. Quando ho detto che l’avrei ricevuta non pensavo mi capitasse questo problema. Lei mi ha incuriosito. Cosa desidera sapere esattamente? –
-         Ho già tentato di spiegare anche compilando quel modulo all’ingresso, ma sono perplesso, le confesso, perché non so dire meglio. Ci posso provare però. –
-         L’ascolto. –
-         Secondo lei noi viviamo per un giusto periodo di tempo? C’è una sorta di equità nel tempo da vivere che tocca ad ognuno di noi? Chi vive cento anni viene compensato usando gli stessi parametri di chi vive solo un anno, o pochi giorni, o che nasce già morto? –
-        -Io mi occupo di fisica quantistica, e so che l’intero universo si comporta come un immenso orologio, ma non capisco il senso della sua domanda, mi perdoni. Confesso che ho interessi legati anche alla filosofia ed alla teologia, inoltre penso che il tempo non esista come dimensione fisica, quindi temo che noi stiamo parlando due lingue diverse. Stiamo perdendo tempo entrambi, insomma… -
….

Atto secondo – un fiore oggi, non in futuro
Zeno si ritrova più confuso di prima, e prima non aveva le idee chiare. Passeggia senza meta per più di un’ora dopo essere uscito dalla sede dell’Agenzia, e riflette su quello che il ricercatore gli ha detto. In effetti non si sono capiti, eppure qualche cosa ha ricevuto, qualche indicazione di metodo gli è stata suggerita.
Senza un motivo logico apparente entra in una fioreria, compra una dalia recisa e la fa confezionare in modo semplice. Poi ritorna sui suoi passi, entra nuovamente nel grande edificio e si avvicina alla postazione di Gloria.
-         È per lei, signorina. Un semplice omaggio alla sua cortesia. Le auguro una giornata felice. –
Lei accetta stupita il fiore, arrossisce un po’ e non sa cosa dire.
Lui intanto esce e ritorna in strada. È convinto di aver fissato un attimo nel tempo che scorre senza un motivo e diretto non sa dove. Probabilmente verso ciò che si chiama futuro.
Ha capito che non c’è quello che immaginava, non se ne può ottenere prova almeno. Non esiste giustizia legata al tempo. Forse in alcuni casi c’è, ora, una forma di compensazione alla gioia ed al dolore, ma esistono troppi fattori in gioco, troppe possibilità, troppe persone che dovrebbero ricevere compensi e troppe che dovrebbero essere fermate, prima che diventino un danno.
Non capisce neppure come mai ha deciso, stamattina, di andare all’Agenzia. Eppure gli era sembrata una cosa logica. Assurdamente logica.

Atto terzo – la visita ed il dialogo
-         Sai, oggi ne ho fatta una delle mie. Non sorridere di me, per favore. Mi manchi e lo sai, vivo come se dovessi espiare e pensavo che fosse una sorta di compensazione tra ciò che ho dato e ciò che ho avuto. Ho associato la tua partenza prima del dovuto con la mia permanenza qui e non vi trovo giustizia. Mi sono illuso di poterla trovare nel posto sbagliato, ma sono stati gentili con me, ed io ho capito che non potevo insistere. Hanno dedicato momenti per loro preziosi ad un rompiscatole che all’inizio li ha incuriositi, immagino. In definitiva non si può dire nulla di sicuro, assolutamente nulla, e forse è giusto così. Vivo di progetti a breve. E tu non pensare di lasciarmi.
-        Non saprei come…



                                                                                              Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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