domenica 19 novembre 2017

stupida burocrazia




Noi esseri umani abbiamo bisogno di sicurezza e di novità, ne sono certo, e dobbiamo affrontare, come se toccassero solo noi per primi, temi che da sempre sono ingredienti della vita, elementi fondamentali delle ore che trascorriamo. Superati i bisogni minimi sufficienti ed elementari rimane tutto il resto. Rimane il grande mistero della scelta e dell’accettazione di chi siamo e di cosa pensiamo sia necessario per essere ciò che siamo.

Io avevo superato molti dei mie bisogni essenziali di ricerca di chi sono trovandoti, Viz, o facendomi trovare. L’ottica in questo caso può fare la differenza, forse sarebbe giusto dire che ci siamo trovati, senza che nessuno dei due possa sentirsi sminuito nel ruolo avuto. E in parte mento, lo sai, perché sei consapevole di come io sia eternamente critico ed insoddisfatto, incontentabilmente spinto ad invidiare ciò che penso siano opportunità riservate solo ad altri.

Ma ora, a partita finita, abbassate le carte e scoperto chi barava e chi aveva gli assi, ora che il vedo è stato pronunciato, e che abbiamo avuto alcune risposte definitive, mi restano montagne da scalare per capire ancora cosa nasconde l’orizzonte dietro le catene. Non posso accontentarmi di guardare sempre dal basso, dal fondovalle. E per scoprire intendo ciò che intendi tu, ora, esattamente quello. Capire una volta per tutte la strada, perché ancora, quella, non mi è chiara.

Mi devo affidare al tuo intuito ed al tuo amore messo da parte, che ho sprecato in quantità ma che ancora conservo in mille ripostigli e luoghi talvolta impensati. Devo fidarmi di quello che ancora mi dici e diventare un po’ più mite anche con me stesso e poi con gli altri, con le piccole cose della vita.
Ecco, una cosa che devo capire una volta per tutte è come usare il tuo setaccio. Tu con quello non confondevi mai e non ti sbagliavi nel dare il giusto peso ai piccoli e grandi guai che ci toccavano. Tu sapevi ridere dei contrattempi stupidi che mi facevano perdere la calma ma affrontavi pragmaticamente quello che non si poteva ignorare.

Da mesi e mesi sono alle prese con la burocrazia annidata quasi ovunque, struttura portante di ogni sistema complesso ma presente anche in piccole realtà costituite da poche persone. Ed ho capito la funzione catartica di alcune procedure, mi sono reso conto di come mi siano utili come mezzo per superarmi e capirmi, di come mi distraggano e, allo stesso tempo, mi obblighino a dialogare con le persone.
È ormai evidente che se io mi irrigidisco su una posizione che ritengo corretta difficilmente, di fronte a chi detiene un potere decisionale e usa la mia stessa modalità rigida di rapportarsi, avrò qualche possibilità di ottenere la risposta cercata, e neppure giustizia.
Se invece uso la semplice cortesia ed una dose di umiltà, perché oggettivamente non posso conoscere tutte le regole, allora le porte quasi sempre mi si spalancano. Se poi, di tanto in tanto, chiedo scusa oppure, a cose finite, torno a ringraziare, semino per il futuro.

La burocrazia tanto odiata e diffamata rientra così nei suoi spazi, accetta il suo ruolo, diventa meno invasiva ed assume un volto umano, si trasforma in tante diverse persone ognuna simile a me. E diventa un aiuto per vivere, un diversivo ed una piccola sfida quotidiana, per certi aspetti un passatempo che mi fa pensare meno a quanto ho perduto, Viz, e mi spinge a guardare avanti. Tu lo avevi capito, molto prima di me.
Grazie, anche oggi, per questo e tutto il resto.


                                                                                              Silvano C.©  
 (La riproduzione è riservata ma non c'è nessun problema se si cita la fonte, grazie)

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