domenica 7 luglio 2013

perchè non Praga?


Mi sono organizzato con sufficiente cura, ma senza programmare troppo, perché odio i viaggi organizzati e già andare in Sardegna col traghetto, visto che occorre prenotare, mi riesce ostico.
Insomma, ho comprato un paio di guide di Praga, cartine e materiale vario, e il camper è ancora efficiente e con pochissimi acciacchi. È il 1995, Berlusconi è da poco sceso in campo, mio figlio ancora ci segue senza problemi nei nostri viaggi, ed io pure sono più giovane e più disponibile a provare, a cercare, a fare un po’ di fatica per vedere le cose.
Devo chiarire che non ho mai volato. Ho paura di volare, quindi ho visitato un po’ di Europa, ma solo quella.
Il viaggio inizia, l’allegria e l’attesa dell’ignoto sono un motore formidabile per scordare i tanti problemi che lasciamo a casa. Superiamo il Brennero, ci dirigiamo verso est. All’altezza di Saltzburg arriviamo ad un grosso bivio autostradale. Colonne di camper sono dirette verso nord-est, verso Praga, mentre nell’altra direzione l’autostrada sembra semideserta.
È un attimo, metto la freccia e lasciamo Praga ad un viaggio futuro. (Ancora oggi, mi vergogno ad ammetterlo, non l’ho mai visitata)
Ora il viaggio è diventato imprevisto ed avventura. In pochi secondi la meta è diventata Berlino, e se me lo avessero detto ancora la mattina stessa non ci avrei creduto. La Germania è riunificata da meno di 5 anni, la DDR è un mito nella mia memoria storica, ed ora siamo diretti in quelle regioni.
Ora ho scordato molte cose di quel viaggio, ma non la decisione di arrivare direttamente in centro a Berlino. 
Dopo l'arrivo, ed aver constatato che in zona non esistono campeggi comodi e sufficientemente vicini, decidiamo per una sosta in Straße des 17 Juni, il viale che unisce la Porta di Brandeburgo con la Siegessäule, la Colonna della Vittoria.
Attorno a noi il parco immenso del Tiergarten, e sul viale un traffico incredibile. Nessun cartello di divieti visibili però, e neppure camper parcheggiati come il nostro.
Scarico le tre biciclette ed iniziano così i nostri 5 giorni a Berlino, senza cartine né guide in italiano. Io parlo poco il tedesco, ma capisco le cose essenziali ed ho pure una buona pronuncia, pare. Questo mi crea qualche difficoltà perchè quando chiedo informazioni, preparandomi prima per bene il discorso, mi prendono per chi capisce bene la lingua, e rispondono con termini complicati, incomprensibili. Io annuisco e faccio finta di capire, poi saluto.
Le piste ciclabili sono un sogno e mio figlio è al sicuro quando è in bicicletta.
Ancora oggi, a distanza di quasi 20 anni, questo mi ricorda che programmare non è sempre la cosa migliore da fare, e che seguire l’istinto, aggiungendovi un po’ di sana misantropia, a volte porta a bellissime avventure.
In quel viaggio mitico ci sono successe tante cose, ovviamente, ma queste forse le racconterò un’altra volta.

                                                                                 Silvano C.©


( La riproduzione è riservata. Ma non c'è nessun problema se si cita la fonte.  Grazie)

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